Ritratto Del Dottor Toti a cura di Glauco Stracci

Odoardo Toti nacque a Civitavecchia nel 1931, sin da adolescente manifestò curiosità e interesse per la storia e l’archeologia sia verso la sua città natia che verso i Monti della Tolfa. Nei primi anni del 1950, appena ventenne, le sue continue frequentazioni dei complessi archeologici di Torre Valdaliga e La Scaglia, gli valsero la stretta amicizia con l’ Ispettore Onorario alla Soprintendenza alle Antichità per l’ Etruria Meridionale Salvatore Bastianelli; con lui si fa promotore della rinascita dell’ Associazione Archeologica Centumcellae, una delle più antiche d’Italia, che era stata fondata nel 1911 dallo stesso Bastianelli. Si rende altresì tra i promotori del “I° Congresso delle Città della Tuscia” per la valorizzazione culturale e turistica dell’alto Lazio. Nel 1955 fonda l’Associazione Archeologica Adolfo Klitsche de la Grange e nel 1956 costituisce l’Antiquarium Civico di Allumiere, assumendone la direzione. L’Antiquarium sarà cuore pulsante delle sue ricerche e curato dal Toti con dedizione e abnegazione, nel 1970 provvederà infatti ad alcune modifiche tali da elevarlo a Museo Civico, mentre nel 1998 lo trasformerà in Museo Civico Archeologico e Naturalistico, dotandolo di un laboratorio di palinologia, ne lascia suo malgrado la direzione solo nel 2011. Nel 1958 pubblica “La città medievale di Centocelle” che riporta alla notorietà la cittadella medioevale fondata dal papa Leone IV nell’854 e l’anno successivo “I monti Ceriti nell’età del ferro”, volume che porrà la base per tutte le successive ricerche protostoriche del comprensorio. Nel 1960 il Ministro della Pubblica Istruzione gli conferisce l’incarico di Ispettore Onorario alle Antichità di Allumiere, Tolfa e Santa Marinella, il suo ruolo lo porta a contatto con personalità eminenti del mondo dell’archeologia come Massimo Pallottino e Pietro Romanelli, quest’ultimo, nel 1971, lo vuole a far parte della Società Italiana di Archeologia; lo stesso anno è invitato dalla Svenska Institut i Rome (Istituto Svedese di Studi Classici a Roma) alla conferenza “Nuove scoperte dell’ultima età del bronzo e inizi dell’età del ferro”. Con la nomina nel 1961 del Soprintendente Mario Moretti sorge tra i due un connubio perfetto, tanto da sfociare negli anni in una sincera amicizia; è in questo quindicennio che Odoardo Toti darà il meglio nel campo archeologico e il suo lavoro lo porterà a incontrare giovani che daranno altri importanti contributi all’archeologia italiana come Mario Torelli e Francesco di Gennaro. Nel 1970 è incaricato dal Soprintendente Mario Moretti di curare la sezione preistorica e protostorica del Museo Nazionale di Civitavecchia. Per il suo ruolo di Ispettore Onorario della Soprintendenza alle Antichità dell’Etruria Meridionale, tra il 1959 e il 1976 dirige scavi e ricerche ad Allumiere: necropoli etrusche di Colle di Mezzo, Bandita Grande, insediamenti protostorici dell’Elceto e di Monte Rovello, ove rinviene testimonianze micenee; a Santa Marinella: abitato etrusco de La Castellina, necropoli delle Volpelle e lungo la Via Aurelia; a Civitavecchia: abitati della prima età del ferro di Torre Valdaliga, La Frasca, di San Giovanni, la villa romana di Monnafelice, la Chiesa di San Giulio-Sant’Egidio e nella zona urbana di Piazza Regina Margherita con Via Leopoli. Molti scavi sono pubblicati dall’ Accademia dei Lincei, in particolare lo scavo stratigrafico di Monte Rovello nel 1964, precorse i tempi moderni. La sua instancabile dedizione all’archeologia del territorio, oltreché i numerosi volumi dedicati alla storia di Civitavecchia, nel tempo gli fecero guadagnare diverse onorificenze delle quali è doveroso ricordare: la Cittadinanza onoraria di Allumiere nel 1965, la Medaglia d’oro dall’ E.P.T. di Roma nel 1967, il Globo d'Oro - Premio internazionale per l'ambiente - Porto di Civitavecchia nel 1996, il conferimento della Medaglia d' Oro alla Cultura dal Comune di Allumiere nel 2008 e il conferimento della Targa al Merito Culturale dal Comune di Tolfa nel 2014. Dagli scavi di Odoardo Toti sono emersi elementi inediti, l’unico frammento miceneo, oggi ritenuto italo-miceneo, dei Monti della Tolfa, un particolare fornetto di terracotta dell’ età del bronzo che ha dato il nome al modello “tipo Monterovello” e un corredo funerario, esposto al Museo Nazionale di Civitavecchia, ritrovato nello scavo di una tomba delle Volpelle nel 1961, allora non classificati oggi sono alcuni dei migliori esemplari conservati di ceramiche a vernice rossa del cosiddetto “Gruppo del Fantasma”. Privata del tumolo di pietrisco, la camera funeraria costruita in blocchi di panchina pseudoisodomi, richiama i modelli a edicola di Populonia; fu dallo stesso Toti con Moretti portata nel parco comunale di Santa Marinella con l’aiuto dell’allora Sindaco Zampa e ivi assemblata dagli operatori della Soprintendenza, seguendo il progetto e sotto la vigilanza dello stesso Toti; questa camera funeraria è l’ unica integra della Necropoli etrusca della Castellina del Marangone. La sua imprevista scomparsa nel 2021, lascia un patrimonio umano, archeologico e storico ingente che ha gettato le basi moderne del primo approfondito inquadramento del comprensorio dei Monti della Tolfa. Una base solida, sopra la quale, nei decenni a seguire, fu adottatta come punto di partenza per nuovi studi archeologici e storici, sia da appassionati che da professionisti o accademici.